L'uomo che incastrò la mafia Pio La Torre
Le lotte contadine, l'opposizione al " sacco di Palermo", la mobilitazione contro i missili a Comiso. E soprattutto la lotta alla mafia. La battaglia per la legge che porta il suo nome e che decretò la sua condanna a morte. Un costruttore di democrazia, giustizia e difesa degli ultimi.
Questa è la storia di Pio La Torre.
"Quando Giorgio Bocca, in un'intervista, chiese a mio padre Carlo Alberto Dalla Chiesa perché fosse stato ucciso Pio La Torre, lui rispose: Per tutta la sua vita".
Nando Dalla Chiesa
"La Torre era un siciliano di scoglio che se si metteva in mare poteva scoprire l'America"
Andrea Camilleri
Figlio di contadini poverissimi e analfabeti, ancora bambino si ribellò alla famiglia e lottò per poter andare a scuola. «Vuole andare a scuola!» fu la reazione del padre. «Non se ne parla. Lui dovrà fare il contadino come me, i suoi nonni e i suoi bisnonni!» Ma Pio aveva scelto. Aveva scelto la cultura e l’istruzione come strada per il riscatto sociale. A diciassette anni si iscrisse al PCI. Esponente di primo piano del Partito, chiamato nella segreteria nazionale da Enrico Berlinguer nel 1979, presentò un disegno di legge, che ancora oggi porta il suo nome. L’introduzione dell’articolo 416 bis del codice penale è il certificato di nascita della prima vera legislazione contro la mafia: la codifica del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. È da quel giorno che i magistrati poterono istruire i processi di mafia. Figlio di questa intuizione legislativa fu anche il maxiprocesso istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 1986, che portò alla sbarra l’intera cupola di Cosa Nostra. Ecco perché la figura di Pio La Torre non è un mero argomento di cronaca e di politica. È qualcosa di più. Investe la società italiana, travolge la politica nazionale da Palermo a Roma ed entra di prepotenza nella storia del nostro Paese. Questo libro è il racconto della sua straordinaria esistenza: un appassionante romanzo civile.