Alzo gli occhi verso i monti
Pietro Mariani Cerati
Raffaello Zini
«Voglio dire che Dio in qualche modo è "obbligato"(ma non è la parola adatta) a redimere, a riafferrare ogni povertà, ogni stanchezza, ogni miseria di tutto il Creato ma in particolare dell'uomo... Dio non può lasciare subire all'uomo questo insulto totale, proprio perché Dio è carità, Dio interviene.»(Don Agostini)
Un libro-intervista con don Eleuterio Agostini. Classe 1923, montanaro di Castelnuovo ne'Monti, prete da più di settant'anni, è stato insegnante nel seminario cittadino per oltre due decenni, direttore dell'Istituto Artigianelli, assistente dei giovani in Azione Cattolica, prete operaio dal 1972 al 1975, anno in cui è diventato parroco di Sant'Alberto a Reggio Emilia. Una conversazione schietta e sincera. Una pennellata su mezzo secolo e più, vissuto a Reggio Emilia, ma con uni sguardo decisamente più aperto e lungo. Ne esce un ritratto preciso della vita politica e religiosa reggiana e italiana dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri, viste dagli occhi di un prete che è stato autorevolmente definito "un timoniere, che ha guidato la sua barca sulle rotte del Concilio".
«Questo è un testo particolare, che raccoglie più una conversazione che un’intervista, con tutta la freschezza e il disordine di un dialogo fra amici. Non è neppure un libro di memorie che celebrano il protagonista. È la lettura informata di un tempo e di una stagione ormai conclusi. È una pennellata su mezzo secolo e più, vissuto a Reggio Emilia, ma con uno sguardo decisamente più largo e lungo. Ne esce la storia politica e religiosa della seconda metà del Novecento che si protrae fino ai giorni nostri. Si capisce che don Agostini, che ormai ha lo sguardo proiettato verso il secolo di vita, vissuta molto intensamente (Confesso che ho vissuto, può ben dire assieme a Pablo Neruda), sente l’esigenza di raccontare e commentare personaggi ed eventi che rischiano di essere dimenticati, mentre possono essere utili non solo ai giovani che non li hanno conosciuti, ma anche a quelli della mia generazione che in questo testo hanno la possibilità di apprendere cose poco o affatto note. Nelle sue parole c’è memoria impressionante, schiettezza onestà, non sorprendenti per la verità per chi lo conosce e lo stima da tempo.»(dalla prefazione di Pierluigi Castagnetti)