Dentro il male
Sentieri d'amore nel labirinto dell'Alzheimer
Sette anni, lunghi come sette secoli, condensati in attimi di silenzio. Potrei descrivere così l'esperienza di questo viaggio a ritroso che mi vede vicina a una persona gravemente ammalata. Ho vissuto accanto a qualcosa che non ha volto, ma che è capace di divorare l'anima. Nel tempo ha spento mia nonna riducendola a cenere di se stessa.
Ho assistito a tutti i passaggi del suo smarrimento nelle nebbie dell'Alzheimer e ho compreso con il tempo che l'unico modo per affrontare la situazione era ritornare a percepire ogni emozione col cuore di una bambina: soltanto
così potevo entrare in contatto col suo mondo interiore e illuminare i suoi ricordi. Sempre amabile e premurosa, mia nonna non poteva essere diventata priva di senso umano. Così le parlavo, le raccontavo di me come se nulla fosse cambiato, ma tutto di lei iniziava a mancare.
Abbiamo imparato quindi a disegnare un orizzonte di salvezza, un mondo fantastico che vedevamo solo noi, dall'alto di una giostra immaginaria che ogni volta torna al punto di partenza trascinata da ombre nuove. Gli ingranaggi delle fatalità possono strappare il cuore e lacerarlo dall'interno, tra un sentimento che non si può dimenticare e una memoria che si perde nell'oblio, ma io e lei non siamo
crollate. Abbiamo trovato il nostro rimedio: sognare.