La vita è imperfetta
Prefazione di Paolo Di Paolo
Con un contributo di Maria José de Lancastre
È bene temere la perfezione, altrimenti si rischia di fare un bucato troppo bianco, e la letteratura clean non ha nessun interesse: la vita è imperfetta, spesso è sporca e deve lasciare qualche macchia sulla camicia.
«Mi «suona dentro» la voce di Antonio. E risuona più forte ritrovando le pagine di questo colloquio con Marco Alloni. Se ne coglie la vitalità e la freschezza: arrochita, appena un po’ nasale e con una tenue inflessione pisana – talvolta giocosa, ilare, sempre avvolgente.»
Dalla Prefazione di Paolo Di Paolo
«Ho avuto il privilegio di ascoltare in primis quello che creava e sono fiera e grata che abbia condiviso con me tante meraviglie. Quando raggiungeva l’apice della bellezza mi si rizzavano i peli delle braccia e glielo facevo vedere ridendo: era il termometro.»
Maria José de Lancastre Tabucchi
Una delle ultime testimonianze di Antonio Tabucchi.
Una conversazione a tutto campo con Marco Alloni, che riassume i temi della letteratura e del viaggio della vita secondo il grande autore.
«Tabucchi è uno di quegli autori di cui più si parla e più si sbaglia. E più si sbaglia e più ci si allontana dal senso dei suoi libri. L’ho avvertito, come una specie di sortilegio, ogni volta che ho tentato di spiegare a qualcuno chi sia Antonio Tabucchi. Una volta mi sono trovato a dire è un autore dell’enigma, un’altra che sarebbe la personificazione dello stupore una volta liberato dal suo oggetto, un’altra ancora che Tabucchi potrebbe averci detto quello che non si può conoscere, insomma, invariabilmente la definizione di Tabucchi si allontanava da lui e i libri che ci ha consegnato ricadevano in un sistema interpretativo a cui non potevano e non volevano ma soprattutto non dovevano – venire ricondotti. L’opera di Tabucchi – la sua stessa poetica – dà accesso a una dimensione sempre più interna del labirinto che solo nel momento della lettura può essere colta. Senza approdi, è una poetica dell’approdo. Senza mete, è una poetica del viaggio. Giacché di questo infine si tratta, quando si tratta di Tabucchi: di un autore il cui lascito, la cui eredità e il cui portato di indefinibilità essenziale rischia di diventare negli anni altrettanto importante di quello di Pessoa. Ma il cui contributo di originalità rischia, a sua volta, di non raccogliere che indegni eredi. In queste pagine ne abbiamo – credo – l’ennesima prova. Tabucchi parla, e nel parlare spiega. Ma nello spiegare e parlare, come sempre, allude e non proclama, non sillogizza. Molto del suo animo si svela, molta sua personalità si appalesa. Ma molto altro torna a richiamare quelle lontananze, quelle ulteriorità, quell’ombroso altrove che nessun discorso razionale lineare è in grado di suscitare. E questo credo sia infine l’elemento magico di Tabucchi: farsi ascoltare e amare senza che mai ben si capisca o sappia, o si voglia capire, che cosa esattamente amiamo di lui.»
Marco Alloni
Tabucchi. Lettere dalla stessa stanza
L'Espresso, 03/04/2022
Paolo Di Paolo
Tabucchi. Lettere dalla stessa stanza
"Un bimbo giocoso: Tabucchi". Sigarette, fantasmi e patate
Il Fatto Quotidiano, 22/03/2022
Marco Alloni
"Un bimbo giocoso: Tabucchi". Sigarette, fantasmi e patate