Gino Bartali
L'eroe del ciclismo che salvò gli ebrei e divenne Giusto fra le nazioni
Quanta strada nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali, cantavano Paolo Conte ed Enzo Jannacci.
E davvero di strada ne ha fatta tanta, il “Ginettaccio”: nelle corse e fuori dalle corse, nella sua irripetibile vita che ha attraversato il Novecento.
Quella splendida pedalata che è stata la vita di Bartali è raccontata da un vero scrittore di sport come Leo Turrini, che ci restituisce un ritratto fulminante come un film neorealista. Non solo l’asso del pedale, non solo il rivale di Coppi in un duello passato all’eternità. Ma anche l’uomo che salvò quasi mille ebrei dai nazisti. E che contribuì, con la sua vittoria al Tour de France 1948, a far sì che l’Italia non sprofondasse nel caos dopo l’attentato a Togliatti.
Io sto qui e aspetto Bartali, cantavano Conte e Jannacci. Anche noi – si può dire – aspettiamo ancora un campione, un eroe, un uomo così. Sapendo che difficilmente, da quella curva, arriverà mai un altro come lui...