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Francesco Aliberti, Roberto Villa

Pasolini a scuola

Formazione e impegno civile
1935-1954

I libri della Salamandra, n. 17
2022, pp. formato liquido, ePub

ISBN: 9788893235051
€ 6,99
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Sinossi

Questo piccolo libro che avete per le mani è un omaggio al Pasolini delle origini, degli anni che vanno dal 1935 al 1954, e al suo rapporto con la scuola, come studente e poi come insegnante: «Non c’è nulla di meglio al mondo della scuola».

«… Si pensa a Pasolini nella scuola, alla sua passione didattica, alla sua puntigliosa e ardente volontà di applicare i “metodi attivi”, quelli, per così dire, di Carleton Washburne e dell’onestà “deweyana”.
Segnalando ai colleghi gli esperimenti di Pasolini, il preside Natale Zotti da cui egli dipendeva lo definiva “maestro mirabile”. Era quella che si diceva una vocazione pedagogica».
Andrea Zanzotto

«E a Scandiano saliranno gridando sui vagoni gli studenti snelli nei soprabiti chiari».
Pier Paolo Pasolini

Il ginnasio frequentato a Conegliano, a Cremona, a Reggio Emilia (con il trenino che ogni giorno lo portava da Scandiano a scuola); il liceo al Galvani di Bologna, con professori come Carlo Gallavotti. L’iscrizione alla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, l’incontro con Roberto Longhi, maestro assoluto di alta cultura, ma anche di silenzi, ironia, curiosità, eloquenza. Le amicizie con Serra, Leonetti, Roversi, Fabio e Silvana Mauri, Ardigò, Giovanna Bemporad: e in contemporanea gli esordi letterari e poetici, con i relativi entusiasmi e le prime battaglie critiche.
Per un umanista integrale come Pier Paolo Pasolini, la vita di scuola è una dimensione fondante, che non conosce un chiaro confine fra la stagione dello studente e quella dell’insegnante. Così è del tutto naturale che, da allievo, egli si trasformi con un moto impercettibile nel «maestro delle primule», inventandosi la scuoletta di Versuta, nel pieno infuriare della guerra. Poi l’insegnamento alle medie di Valvasone, in uno scenario del dopoguerra friulano che sembra prolungare all’infinito quel «continuo e sostanzioso divertimento» che è l’essenza della pedagogia pasoliniana. Infine Ciampino, quando tutta un’altra storia sta per cominciare.
Ma l’afflato pedagogico resterà intatto: poiché, a conti fatti, risulta il segno distintivo della personalità stessa di Pasolini, la sua vera, prima e ultima vocazione.

Autori

Francesco Aliberti

nato a Sassuolo, editore e giornalista, vive e lavora fra Novellara e Roma. Si è laureato in Italianistica con Ezio Raimondi con una tesi su Pasolini lettore di Longhi. Ha pubblicato con Roberto Villa Pasolini a scuola. È coautore con Vauro Senesi del libro Lo straccio rosso, prefazione di Luciano Canfora (2020).

Roberto Villa

professore di filosofia e già preside del Liceo Scientifico A. Moro di Reggio Emilia, ha curato, fra gli altri, il volume Il maestro e la meglio gioventù. Pasolini e la scuola (2005)con Lorenzo Capitani.

Eventi

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