I cantastorie di Marrakech
Dialogo sulle radici, l’identità migrante, il razzismo, l’impegno, la scrittura
«Io parto dal principio che una civiltà, o una cultura, sia infatti qualcosa di fluido. Qualcosa che attraversa le frontiere senza passare da alcun tipo di dogana. E che si va talvolta a installare nella mentalità e nello spirito delle persone a loro stessa insaputa. Dunque non si può parlare di scontro o di conflitto fra civiltà: soprattutto se consideriamo che le civiltà non sono mai dei blocchi di cemento ma piuttosto come un fiume o un’acqua che circolano da una parte all’altra del mondo. E si mostrano, presso alcuni, con grande intensità, agendo, su altri, con molta meno intensità.
Questa è d’altronde la ragione per cui siamo tutti depositari di diverse civiltà, non di una sola, come siamo custodi di diverse culture e non di una soltanto».
Tahar Ben Jelloun
Per chi voglia scoprire o approfondire la figura di Tahar Ben Jelloun – citato anche in una serata di Sanremo 2022, con un brano tratto da Il razzismo spiegato a mia figlia – non c’è niente di meglio che affidarsi a questo libro: un dialogo con Marco Alloni avvolto nelle atmosfere di Tangeri, quasi una confessione a cuore aperto, in cui lo scrittore ripercorre uno a uno i momenti-chiave della sua esistenza. L’infanzia tra Fès e Tangeri, l’opposizione alla monarchia marocchina, la prigione.
Il trasferimento in Francia, i lunghi anni di impegno civile come editorialista di «Le Monde». E contemporaneamente la scoperta del cinema, lo studio sociologico e antropologico del fenomeno emigrazione, la passione per la scrittura. E soprattutto il razzismo: quello interno alla società francese e quello che nei decenni si è andato diffondendo lungo la spina dorsale dell’intera Europa. Il tutto è attraversato da un senso lirico di nostalgia per l‘amato Marocco, le pieghe della sua società misteriosa e sensuale. Un Islam molto diverso da quello divulgato negli ultimi anni dai nostri media, e invece vissuto (o rivissuto) attraverso le antiche tradizioni popolari, la magia e il sufismo. I cantastorie di Marrakech, dunque: come simbolo di una memoria del passato che sola può offrire lo slancio verso la modernità, verso il futuro.
Aliberti, nuove uscite di giugno: “Essere Chiara Ferragni” e “I cantastorie di Marrakech”