Il sogno dell’imperatore
Disputa intorno all’utopia
Ferrante Della Porta
Una tranquilla e tersa notte d’agosto sulla città di Praga.
L’inquieto e malinconico imperatore del Sacro romano Impero Rodolfo II d’Asburgo, intento a contemplare come sempre la sua amata capitale dal balcone del palazzo, si lascia trascinare da un sogno visionario.
Radunare intorno a sé le menti più brillanti del suo secolo – da Giordano Bruno a Galileo Galilei, da Giovanni Keplero a Tycho Brahe, dal naturalista Ulisse Aldrovandi al filosofo Francesco Bacone – e condurli in un appassionante percorso attraverso le stanze della sua celebre “camera delle meraviglie” a ragionare sui massimi sistemi della natura.
Ne scaturisce una sorta di disputa itinerante, incentrata sulla visione magica del mondo elaborata dal Rinascimento: epoca di pensieri forti e ambiziosi, in cui astrologia, cabbala e occultismo si intrecciano per creare un ponte tra la tradizione del passato e le utopie del futuro. Questo è il vero sogno dell’imperatore: restituire al mondo la vera scienza degli antichi, e intenderla come una sorta di profezia della scienza moderna.