Eravamo piccoli Pelé
Alessandro Di Nuzzo
Giovanni e Giada sono una bella coppia. Un nonno poco più che sessantenne e una nipotina di sei anni, intelligente e sensibile, appassionata di calcio, tifosa di Ronaldo e di Sara Gama.
Comincia così la storia raccontata da Darwin Pastorin. Che è poi, in parte, la storia della sua famiglia emigrata in Brasile agli albori del secolo scorso.
È lì, a San Paolo, che alla metà degli anni Cinquanta nonno Giovanni è nato, ed è lì che è cresciuto, con i suoi amici e compagni di interminabili partite di calcio. Sono David, figlio di ebrei; Edson, un mulatto originario del Burkina Faso; Nizar figlio di musulmani egiziani; Murata, di famiglia giapponese.
Sulla loro strada si mette però la temibile banda dei Pedro: anche loro figli di immigrati, che vagano di piazza in piazza a esercitare la legge della sopraffazione. L’unico modo per domare la loro violenza è accettare la sfida. Non sulla via: ma su un campo di calcio. Chi l’avrà vinta, alla fine?
L’immigrazione e il razzismo; il bullismo; il disagio e la magia del
crescere, del diventare grandi. Un libro dedicato al pubblico dei lettori giovani e giovanissimi.
Ma non solo una storia per ragazzi. Questa è anche la rievocazione appassionata di un’infanzia brasiliana: fatta di sole e di domeniche allo stadio a vedere il Palmeiras del giovane José Altani. Un mondo fra realtà e fantasia, dove lo sport – come sempre nei libri di Pastorin – si intreccia e si confonde magicamente con la vita.