I nostri anni spaesati, la vita disillusa, sconfitta ma combattiva, sempre alla
ricerca di un centro di gravità permanente in grado di arginare il caos. Nella
sua “poesia del quotidiano” Ivano Balduini mescola l’alto e il basso, immagini che sembrano ispirarsi al correlativo oggettivo addirittura montaliano ("Il tuo nome è una fitta stasera") accanto a citazioni della poesia minima delle canzoni e canzonette da juke-box ("Ragazza triste che mi uccidi con gli occhi"). Ma sono anche altri i rimandi intertestuali: come ne "Il viaggio", dove si sente una
eco lontana, ma non troppo, dei versi icastici e on the road di un poeta della
beat generation come Gary Snyder, ma che, riportata in ambito italiano e nostrano, può ricordare il Vittorio Sereni di "Autostrada della Cisa".
Tutti i “nomi dell’aria” di Ivano Balduini corrispondono a dei volti nel vento
che non smette mai di rincorrere. L’autore ha cercato di mettere in fila tutti
i nomi dell’aria, che è come cercare l’ordine impossibile nell’entropia delle
cose umane. Ed è proprio questa continua ricerca che si trasforma in uno
smisurato inno alla vita e all’amore.
Scoprire che Ivano Balduini scrivesse poesie è stata una sorpresa: come ritrovare un amico