Questo libro è innanzitutto un omaggio ad alcune figure di studiosi ebrei e cristiani che hanno accompagnato l’autore nel suo cammino umano e intellettuale, tutte particolarmente rilevanti nella sua formazione, per quanto esse non siano le sole verso le quali l’autore riconosce il suo debito. Esse appartengono a una categoria fattasi rara ai nostri giorni, quella dei maestri. La centralità di Israele, popolo e Stato, è il filo che le accomuna. La loro voce non deve andare perduta quando preme la violenza, tra i rumori della guerra, per i traumi e nelle crisi che ne hanno ciclicamente scandito l’esistenza. Soprattutto oggi, dopo il 7 ottobre 2023, quando sono tanti a considerare Israele sul lato sbagliato della storia. Prima di trarre conclusioni tanto drastiche e definitive sul destino non solo di un governo, non solo del sionismo, ma dell’ebraismo tout court, che è quanto solitamente avviene nelle piazze come pure nelle aule universitarie, l’autore, con questo libro, invita a concedere ai cari maestri un supplemento di attenzione. Poiché è vero che tanto la critica quanto la difesa di Israele hanno spesso alla base la stessa ignoranza.