Questa storia comincia qualche mese prima del 12 giugno 1975, quando Alceste Campanile, militante di Lott a Continua, ventidue anni, viene assassinato con un colpo di pistola alla nuca sulle rive del fiume Enza, vicino a Montecchio Emilia. La mobilitazione, in tutt a Italia, è enorme e per anni, da allora, a Reggio Emilia si è vissuto in un clima orribile, fatto di reciproci sospetti tra destra e sinistra. Fino al 1999, quando il neofascista Paolo Bellini, autore della strage di Bologna, si autoaccusa del delitto. Un lungo racconto emozionante e puntuale sulla vita e la morte di un giovane di quegli anni bui, sì, ma ricchi di ideali assoluti, energici e, cinquant’anni dopo, così lontani.