Secondo Eugenio Montale, Vino generoso è una delle storie in assoluto più riuscite del narratore triestino. In occasione del matrimonio di una nipote, la moglie del protagonista ottiene dal medico di famiglia che il marito possa mangiare e bere come tutti gli altri. È l'inizio della catastrofe, che travolgerà l'intero banchetto nuziale. Il tema del bere è per Svevo una formidabile porta per accedere alle dimensioni dell'inconscio del protagonista: talmente chiara è, in questo testo, la sintonia con le tematiche psicoanalitiche che dominano la scrittura del romanzo di Zeno Cosini, che si è voluto riportare in appendice al volume una celebre pagina ad alta gradazione alcolica della Coscienza. Il vino, come svevo confessa nella stessa Coscienza di Zeno, grida tutto ciò che avevamo dimenticato ma che è ancora percettibile nel nostro cuore.