La condizione carceraria e la poesia. Si potrebbe parlare a lungo di questo apparentemente incongruo, eppure fortunato connubio. Nella solitudine affollata della reclusione, l'io risuona con la sua voce disperata e le sue emozioni negative. Rabbia, frustrazione, senso di inutilità e di impotenza. L'uomo ingabbiato tocca il fondo della sua debolezza e fragilità. Ma c'è anche spazio per improvvisi squarci di luce, di vita, di speranza. Fra brandelli di ricordi sopravvive il pensiero degli affetti, che tiene avvinghiati al di là di quelle mura, al mondo reale, ai figli, agli amori, agli amici, a un universo da riconquistare. La raccolta di Federico Mollo è un vero e proprio diario carcerario in versi. Quadri di ordinaria quotidianità nella detenzione del corpo e dell'anima, fra "pezzetti di cuore", veraci ritratti umani, pensieri, ossessioni, la voce dell'io può arrivare, paradossalmente, a lambire la verità su se stessi e sugli altri.