Il vino nelle Novelle di Luigi Pirandello. Intensi ritratti umani, preziose analisi psicologiche, pezzi di bravura narrativa. Figurazioni del «falso cosmo» pirandelliano, che ineluttabilmente tende al caos. Le Novelle per un anno sono, oltre che uno dei capolavori assoluti della letteratura italiana moderna, il vero centro di gravità della produzione di Pirandello: un «posto» come insegna Giovanni Macchia sempre ben difeso negli anni, dagli inizi fino alla morte. L'enciclopedia umana della Novelle è così straordinariamente ricca di personaggi, casi, destini, ambienti e paesaggi, da poter essere letta sotto molti diversi punti di vista. Questo volume sceglie il tema del vino, e conseguentemente della tavola. Un motivo, quello del vino e dell'ebbrezza, che sembra svolto da Pirandello con modi parchi, quasi sottovoce, come se il vizio privato dovesse essere, oltre che pudicamente esercitato, anche pudicamente raccontato. E l'ubriachezza, quando fa capolino, è un tratto infine compassionevole, l'ultima spiaggia del tipico povero cristo pirandelliano, stretto nella morsa delle convenzioni, dei condizionamenti e dei disonori pubblici e privati. In Appendice, un interessante saggio tratto dai Manuali della casa editrice Hoepli di fine Ottocento ci informa sulla produzione e sulle caratteristiche del vino siciliano a cavallo dei due secoli.