La civiltà romana, e il mondo antico in generale, è da sempre motivo di grande curiosità non solo per quanto riguarda la sua maestosità o potenza, le sue sculture o i suoi grandi oratori, ma anche, e soprattutto, per le sue abitudini alimentari. Spesso pensiamo ai nostri antichi predecessori come entità astratte, lontani dalle normali occupazioni quotidiane come il mangiare e soprattutto il bere; molti sono i trattati culinari giunti, fortunatamente, fino a noi con i quali possiamo ricostruire l'antica gastronomia romana, ma più difficile è riuscire a ricostruire il loro rapporto con il vino: che cosa bevevano gli antichi Romani? Pensiamo ai convivi, dove gli scambi d'idee, di pensieri e spesso, di poesia, erano accompagnati da abbondanti calici di vino, ma di che tipo, di quale consistenza e qualità? Forse dolce e di colore più carico quando alla vendemmia soffiano venti di mezzodì? Aspro e di colore giallo pallido? O forse secco e dolce? E quali erano i riti sacri legati alla potio, al bere? Un vino come tramite, come "ponte" verso la dimensione del divino, ma un divino che spesso nasconde un lato inquietante, imprevedibile e irrazionale... Saggio originariamente inserito nella Storia delle vite e del vino in Italia, la prima e più completa enciclopedia del vino italiano, curata da Arturo Marescalchi e Giovanni Dalmasso, realizzata tra il 1931 e il 1937, Il vino nell'antica Roma si rivelerà una vera miniera d'informazioni storiche, letterarie e artistiche. Un quadro completo della presenza del vino nella civiltà latina a tutti i suoi livelli, saggio che farà rivivere i suoni, i sapori e i gusti della vita degli antichi Romani.