Ricette per la felicità

Avreste mai pensato che il pessimista Giacomo Leopardi vi potesse invitare all'uso dei piaceri, per insegnarvi a "vivere meglio"? Che il pessimista per eccellenza Giacomo Leopardi possa esser preso come consigliere circa l'eterno problema dell'uomo di scoprire le poche, basilari regole di una vita felice, può sembrare una provocazione. E in effetti lo è. Questa antologia, che non vuole e non potrebbe essere esaustiva, intende dare un "saggio"– o sarebbe meglio dire un assaggio – di un Leopardi diverso dall'immagine troppo spesso vulgata, soprattutto sui banchi di scuola. Al di là del suo ben noto e proverbiale pessimismo, Leopardi non dimenticava affatto che nella vita di un essere umano esistono, e sono tanti e diversi, i piaceri. Al contrario, i temi della felicità e del piacere sono al centro della sua personale ricerca filosofica, che si è formata proprio sul sensismo, la scuola di pensiero che faceva derivare tutte le conoscenze umane dai sensi, e per cui "il corpo è l'uomo". Coerentemente con questo, Leopardi era un grande amante della cucina, un vero e proprio goloso, almeno sul piano dei desideri. Una lista autografa di quarantanove piatti fra i suoi preferiti è stata ritrovata fra le carte del poeta conservate alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Anche per quel che riguarda il vino, Leopardi ci ha lasciato osservazioni e riflessioni fra le più acute che siano mai state scritte. Così sul piacere della musica, del sonno, della pura e semplice allegria. E addirittura dell'amore. Leggete questo piccolo zibaldone di pensieri, e forse vi ricrederete sull'immagine che avete di lui.